La terra è il centro.

Quando tutto è buio, di notte, c’è solo una cosa che fa luce: il fuoco.

Dunque le stelle, che tremolano nella volta celeste, sono fuochi. 

Dunque il sole che ci abbaglia e brucia è fuoco.

Devono essere involucri d’aria, dentro cui avvampa il fuoco, che appare da un’apertura: quando viene ostruita, è l’eclissi.

Tutti i corpi celesti fanno cerchi. 

Meravigliosi, lenti, regolari, perfetti, precisi, complessi. 

Il sole sorge là, gira in alto, poi in basso e tramonta lì. 

Ogni giorno un po’ più in là, un po’ più in alto, e un po’ più in lì.

Fino ad un apice, dopo del quale ricomincia a scendere, ogni giorno un po’ più in basso sull’orizzonte, quando ogni giorno è un po’ più freddo e un po’ più corto.

Una completa rivoluzione a cerchio, perenne e armoniosa.

Un ritmo fluido. 

Ma qualcuno pensa che ad ogni tramonto il sole muore, scompare, s’interrompe, e ogni alba rinasce. 

Qualcuno invece pensa che, sceso dietro i monti occidentali, si sposta su di un’orbita perpendicolare, e compie mezzo cerchio da ovest a nord fino ad est: qui risorge, tornando sull’orbita che vediamo ogni giorno.

Non posso credere né l’una, né l’altra cosa.

Tutta la natura si esprime in un’armonia circolare, senza interruzioni o scarti.

Io credo che il sole, e tutte le stelle, prosegua il cerchio, cali oltre i monti occidentali, scenda ancora e passi sotto la terra, così che ricompare all’est.

Se è così, la terra sta al centro della sfera celeste, sospesa immobile, e gli astri girano intorno ad essa.

Non può che essere così. 

E non cade, sta sospesa nel vuoto, non poggia su niente, ma non cade.

Verso dove dovrebbe cadere, se è al centro di una sfera, equidistante da ogni punto?

Infatti, dall’altra parte della terra, ci deve essere un’altra terra. 

La terra è come un rocchio di colonna.

Ciò che è sotto per sopra, è sopra per sotto.

Verso quale sotto dovrebbe cadere? 

Dunque non cade.


La terra non è sempre stata così come la vediamo oggi. 

Un tempo doveva esserci molta più acqua.

Infatti vedo che il sole continuamente la evapora.

Il mare secca, la terra inaridisce. 

Un giorno sarà deserto.


Neppure l’uomo è sempre stato così. 

Non è possibile che anche i primi uomini fossero come noi ora.

Infatti, diversamente dagli altri animali, quando nasciamo non siamo capaci di sopravvivere da soli, per molti anni abbiamo necessità che altri provvedano a noi: dunque i primi uomini devono essere stati accuditi da qualche animale. 

E, poiché credo che i primi animali siano nati in acque calde, cioè siano stati pesci o altre creature marine, suppongo che i primi uomini siano nati e cresciuti dentro qualche pesce, fino a che si sono liberati di quelle scorze e hanno messo piede sulla terra.


[ Anassimandro ~ 600 a.C. ]