L'uomo è un animale razionale.

Ecco, quest’ultima storiella fa capire quanto sia priva di senso l’idea che da una parte ci siano le idee e dall’altra le cose del nostro mondo: tanto priva di senso, che bisogna inventare un artefice divino per mettere in relazione i due mondi! E bisogna inventare ancora che dopo morti gli uomini volino nel mondo delle idee per vederle, e che poi tornino a vivere di nuovo: è un modo di spiegare le cose decisamente fantasioso. 

Non serve un demiurgo che plasmi la materia a immagine delle idee, serve una forma che informi la materia.

La gallina fa l’uovo, che diventa un pulcino, che diventa una gallina.

Come accade che l’uovo si trasforma in un pulcino?

La forma del pulcino agisce sulla materia dell’uovo e la muta in pulcino. 

Cioè la materia viene mossa da una forza, come un pezzo di ferro dalla calamita. 

È una forza formatrice, una forma che compie un’azione, un atto.

L’uovo è potenzialmente un pulcino, fino a quando non viene trasformato e diventa un pulcino in atto.

Allo stesso modo il pulcino si trasforma ancora in gallina. 

Così la gallina è sia causa efficiente che causa finale; perché il motivo per cui viene fatto l’uovo, il motivo per cui l’uovo diventa pulcino, ed il motivo per cui il pulcino si trasforma, è per diventare una gallina.  

Ma come è nata la prima gallina?

All’origine ci deve essere una materia priva di forma, che è pura potenza, di trasformarsi in qualunque forma. E ci deve essere una forma pura che esercita una forza assoluta sulla materia. Un motore immobile: nulla lo mette in moto, esso mette in moto la materia, come l’amata, senza fare nulla, mette in moto l’amante.

Il mondo nasce da questa tensione della materia verso la forma divina, ed è il movimento incessante e trasformativo della materia che muta per diventare quella pura forma, senza poterla mai realizzare, perché è sempre materia.


Ci sono quattro tipi di movimento. 

Quando mi sposto da qui a lì, è un movimento locale. 

Quando muto una caratteristica accidentale, è un movimento qualitativo: se imparo a suonare la cetra, sono sostanzialmente sempre io, ma un po’ diverso. 

Quando ingrasso, è un movimento quantitativo. 

E quando nasco o muoio, è un movimento sostanziale.


Ci sono tre tipi di movimento locale.  

Dal centro del mondo verso l’alto, dall’alto verso il basso, e circolare intorno al centro.

I quattro elementi che costituiscono il mondo sub-lunare sono, dal centro verso l’alto, dal più pesante al più leggero, terra, acqua, aria, fuoco.

Infatti un sasso nell’acqua affonda, una bolla d’aria viene a galla, e il fuoco fiammeggia verso l’alto.

Ogni sostanza è composta da una varietà di questi elementi, che, muovendosi verso l’alto o il basso in direzione del proprio luogo naturale, determinano nascita, mutamento e morte della sostanza stessa. 

Oltre la sfera del fuoco c’è quella della Luna, fatta di etere, come tutte le sfere celesti. 

L’etere si muove circolarmente intorno al centro del mondo, e perciò i corpi celesti sono immutabili.

Oltre la Luna ci sono i cieli di Mercurio, Venere, il Sole, Marte, Giove, Saturno; ultimo il cielo delle stelle fisse, il più perfetto, il più esterno, che racchiude gli altri e trasmette il movimento.

Questo è l’intero universo materiale.

 

Lo spazio è il luogo dell’universo, oltre non c’è niente, il vuoto non esiste, il movimento è possibile solo attraverso l’acqua, l’aria o l’etere. 

Il tempo è la misura del movimento delle cose, del loro mutare e divenire, secondo il prima e il dopo. 

Oltre il cielo delle stelle fisse non c’è niente, non c’è spazio né tempo né materia, c’è solo il primo motore immobile, che non è in nessun luogo, non occupa spazio, non è in movimento, non è corporeo, non è soggetto al tempo, e non ha estensione: è puro atto, eterno, immobile, e causa finale del movimento di tutto l’universo.


L’universo è fatto di corpi animati e inanimati. 

I corpi inanimati tendono verso il proprio luogo naturale.

I corpi animati tendono verso la propria piena attuazione, che consiste nel raggiungimento dello stadio adulto o maturo, cioè della propria forma perfetta.

L’anima è il primo atto finale di un corpo che ha la vita in potenza. 

L’anima delle piante vivifica la loro materia con la sola funzione vegetativa, cioè la capacità di nutrirsi e riprodursi. 

L’anima degli animali, oltre alla funzione vegetativa, conferisce una funzione sensitiva, cioè la capacità di sentire e di muoversi. 

L’anima dell’uomo sussume tutte queste funzioni alla capacità intellettiva.


Noi sentiamo attraverso i cinque sensi, sentiamo di sentire, elaboriamo le immagini di cose simili in un’unica immagine generale, una rappresentazione schematica dei tratti comuni, ed astraiamo con l’intelletto la forma di quelle cose, cioè il concetto, l’universale, su cui basiamo la nostra conoscenza.

I concetti sono più o meno universali. 

Ad esempio, l’uomo è una specie di animale, ed è il genere cui appartengo io.

I generi sommi rappresentano le caratteristiche fondamentali e strutturali dell’essere: la sostanza, la qualità, la quantità, la relazione, l’agire, il subire, il dove, il quando, lo stato e la situazione.

Ad esempio, io sono un uomo, sono bello, sono alto, ti sono vicino, ti sto parlando, e tu mi stai guardando, qui, ora. 

Naturalmente vige il principio di non contraddizione, per cui non posso dire che sono un uomo ma che non lo sono; né che sono un uomo ma che non sono un animale.

Ciò che dico può essere affermativo o negativo, e universale o particolare.

Tutti gli uomini sono bianchi è contrario di nessun uomo è bianco, contraddice alcuni uomini non sono bianchi, ha sub-alterno alcuni uomini sono bianchi, che è sub-contrario di alcuni uomini non sono bianchi.

Due proposizioni contrarie non possono essere entrambe vere, ma entrambe false sì, come qui. 

Due proposizioni contraddittorie sono necessariamente una vera e l’altra falsa.

Due proposizioni sub-contrarie possono essere entrambe vere, ma non entrambe false. 

Infine, se la proposizione universale è vera, lo è anche la sub-alterna, ma viceversa no; e se l’universale è falsa, non è detto che lo sia la sub-alterna, ma se lo è la sub-alterna, lo è anche l’universale.

Ma se la verità è in ciò che si pensa o si dice, la misura della verità è in ciò che esiste.

I concetti di per sé non sono veri né falsi, lo sono le proposizioni che li congiungono. 

La proposizione è vera solo se congiunge o disgiunge ciò che è congiunto o disgiunto nella realtà.

Posso pensare e dire che tutti gli uomini sono bianchi, ma se alcuni non lo sono ciò che dico è falso.

E posso ragionare, cioè posso collegare diverse proposizioni con certi nessi, in modo che conseguano le une alle altre. 

Posso ragionare così: premesso che tutti gli animali sono mortali, che è la premessa maggiore, e che tutti gli uomini sono animali, che è la premessa minore, concludo necessariamente che tutti gli uomini sono mortali, in virtù del termine medio, cioè il concetto di animale, che rappresenta l’universale.

In questo ragionamento il termine medio è soggetto nella premessa maggiore e predicato nella minore, ma ci sono ragionamenti in cui è predicato in entrambe le premesse: nessuna pietra è animale, tutti gli uomini sono animali, dunque nessun uomo è pietra. 

E ci sono ragionamenti in cui è soggetto in entrambe le premesse: tutti gli uomini sono razionali, tutti gli uomini sono animali, dunque qualche animale è razionale.

Combinando queste 3 figure con i 4 modi che le premesse possono assumere (universale, particolare, affermativo, negativo), si ottengono 192 forme di ragionamento, delle quali però solo 14 sono valide.

Ma valide significa vere solo se le premesse lo sono.

Le premesse sono assiomi, cioè verità autoevidenti all’intelletto come il principio di non contraddizione, oppure definizioni, che si ottengono predicando di un concetto il suo genere prossimo e la sua differenza specifica: l’uomo è un animale razionale.

Alle definizioni possiamo giungere solo a partire dall’esperienza, attraverso un atto di intuizione razionale.

Il sapiente è capace di intuire l’essenza delle cose e, ragionando, di dedurre le verità di tutte le scienze, senza bisogno di nulla che non abbia in sé: la sua vita è dedita esclusivamente alla ricerca, ed in tal modo realizza l’essenza dell’uomo come animale razionale, dunque la felicità più elevata.

Le scienze si dividono in teoretiche, pratiche e poietiche. 


Le scienze teoretiche sono puramente contemplative e hanno come oggetto il necessario, ciò che non può essere diverso da come è: la fisica studia l’essere come movimento, la matematica l’essere come quantità, la filosofia l’essere in quanto essere, ed è pertanto la conoscenza più universale, su cui si fonda ogni sapere.


Le scienze pratiche e poietiche hanno come oggetto il possibile, ossia ciò che può essere diverso da come è, dunque sono valide per lo più: l’etica e la politica orientano la prassi, le arti e le tecniche la poiesi

Qualunque cosa facciamo, la facciamo per raggiungere un obiettivo che riteniamo desiderabile, ed il più desiderabile di tutti è certamente la felicità. 

Ognuno è felice quando svolge bene l’attività che gli è propria: il suonatore quando suona bene, l’artigiano quando costruisce oggetti perfetti. 

Ma la funzione propria dell’uomo, la sua virtù propria, che lo distingue dalle piante (vita vegetativa) e dagli animali (vita dei sensi), è la vita della ragione.

Per essere felici dobbiamo vivere secondo ragione, dunque dominare con la ragione gli impulsi sensibili e scegliere il giusto mezzo adeguato alla nostra natura. 

Quando abbiamo paura, il coraggio è il giusto mezzo tra viltà e temerarietà.

Quando cerchiamo piacere, la temperanza è il giusto mezzo fra intemperanza e sensibilità. 

Quando usiamo le nostre ricchezze, la liberalità è il giusto mezzo fra avarizia e prodigalità. 

Quando consideriamo noi stessi, la magnanimità è il giusto mezzo fra vanità e umiltà. 

Quando ci adiriamo, la mansuetudine è il giusto mezzo fra irascibilità e indolenza.

Quando ci relazioniamo gli uni con gli altri, la virtù intera e perfetta è la giustizia

Giustizia come rispetto delle leggi.

Giustizia come distribuzione degli onori e delle ricchezze secondo il merito. 

Giustizia come commutazione per pareggiare i vantaggi e gli svantaggi fra i contraenti di un contratto.

Sulla giustizia si fonda il diritto, che è naturale o legittimo. 

Il diritto naturale è valido sempre e ovunque, anche se non è sancito dalle leggi. 

Il diritto legittimo è stabilito nei vari Stati, e, poiché non è possibile contemplare tutte le possibilità, dev’essere talvolta corretto mediante il diritto naturale, per equità.


Lo Stato è una comunità che ha come scopo l’esistenza materialmente e spiritualmente felice. 

E nessun uomo basta a se stesso, tutti abbiamo bisogno di far parte di una comunità.

Chi non ha bisogno di nessuno è una belva o un dio.

I cittadini di uno Stato non devono essere né pochi né troppi. 

Devono essere coraggiosi e intelligenti, come noi Greci, che siamo i più adatti a vivere liberi e a dominare gli altri popoli. 

E sono gli anziani che devono governare, perché ci si rassegna più facilmente all’obbedienza se si ha la prospettiva di giungere, con l’avanzare degli anni, a una condizione superiore.

Ci possono essere tre forme di governo, tutte buone purché il fine rimanga la felicità dei governati: la monarchia che è il governo di uno solo, l’aristocrazia che è il governo dei migliori, e la politia che è il governo di molti. 

Corrispondono tre degenerazioni: la tirannide, quando il despota ricerca solo il proprio vantaggio; l’oligarchia, quando i più abbienti si sono sostituiti ai migliori; la democrazia, quando non si persegue più il vantaggio di tutti, ma quello dei meno abbienti. 


[ Aristotele 350 a.C. ]