Prima di tutto c’è l’essere, l’esistere, che evidentemente non ha alcuna determinazione, perché le determinazioni sono quelle che esistono.
Dunque l’esistere non ha un tempo, e non avendo determinazioni non può mutarle, non ha storia, è uno, eterno, immutabile.
Ma il mondo che esiste è un fiume che scorre impetuoso, un continuo nascere, mutare e morire di tutte le cose.
E perché le cose mutino continuamente, devono esistere almeno due principi e due forze.
Due forze contrapposte che agiscano su almeno due sostanze elementari.
Appare evidente che questi elementi, radici eterne ed immutabili di tutte le cose, sono in realtà quattro: la terra, l’acqua, l’aria e il fuoco.
Una forza li compone, li attrae e unisce, l’amore; l’altra forza li scompone, li respinge e separa, l’odio.
Nell’epoca in cui l’amore prevale, gli elementi sono unificati e legati in un’armonia assoluta: non c’è nulla del mondo che conosciamo, c’è solo un tutto uniforme, lo sfero.
L’azione dell’odio spezza questa unità separando gli elementi.
Dalla contrapposizione delle due forze scaturisce il nostro mondo, che diviene continuamente e si trasforma precipitando verso un’epoca di caos assoluto, quando tutti gli elementi sono separati.
L’azione dell’amore torna a riavvicinare gli elementi e ricomporli nel gioco degli opposti che viviamo qui ed ora, spingendo l’armonia fino alla restaurazione dello sfero.
I nostri sensi non sono fallaci: ricevono gli efflussi di ogni cosa che esiste.
Dai pori di ogni cosa sgorgano efflussi che si effondono intorno e se entrano nei pori dei nostri organi di senso gli occhi vedono, le orecchie odono, il naso odora.
E noi conosciamo le cose perché siamo fatti delle stesse sostanze di cui sono fatte tutte le cose.
Con la terra riconosciamo la terra; con l’acqua, l’aria e il fuoco riconosciamo l’acqua, l’aria e il fuoco.
Con l’amore riconosciamo l’amore, con l’odio l’odio.
[ Euclide ~ 450 a.C. ]